Nel nome di Sant'Efisio l'intera giornata del 1 maggio
Al Municipio l'investitura dell'Alter Nos della 365^ Festa. Il pensiero del sindaco Truzzu e del presidente Tocco a chi versa in condizioni di difficoltà: “Noi ci siamo”.
Data:
01 maggio 2021

“Io sindaco di Cagliari, per volontà popolare, nomino te Edoardo Tocco Alter Nos, per rappresentarmi in tutte le manifestazioni che questa Municipalità organizza in onore di Sant'Efisio Martire”.
Il rito di consegna della fascia tricolore e del Toson d'oro, iniziato alle 8,45 in punto di al Municipio di Cagliari, è stato il primo atto ufficiale della giornata in cui si concentra questo sabato 1 maggio 2021 della 365esima Festa di Sant'Efisio, al tempo del coronavirus.
Pur mancando anche quest'anno la dimensione comunitaria e di condivisione a causa delle restrizioni legate al contrasto della pandemia, la cerimonia continua comunque a rappresentare uno dei momenti più emozionanti e di riflessione di tutta Festa.
Lo sa bene Edoardo Tocco. Già Alter Nos con l'allora sindaco Emilio Floris, prima di incamminarsi scortato dai soli mazzieri, dal Terzo Guardiano e dal presidente dell'Arciconfraternita alla chiesetta di Sant'Efisio in Stampace e dopo aver ringraziato il sindaco Truzzu ha spiegato: “Svolgerò questo impegno con onore davanti a tutta la città, davanti a tutta la Sardegna. Lo farò con grande emozione, un'emozione che è differente da quella che avevo nel 2007, più matura”.
“Pregherò – ha aggiunto - per tutte le persone che hanno perso i loro cari e per tutti coloro i quali hanno perso il lavoro. Pregherò per tutti gli operatori sanitari che ancora combattono contro questa pandemia e che lavorano tutti i giorni con grande abnegazione. Pregherò per tutte le persone che hanno bisogno di una mano di aiuto. L'Amministrazione comunale è pronta ad ascoltare e ad entrare in campo in ogni momento per poter dare la possibilità a tutte le persone che non ce la fanno e che hanno necessità, di avere una speranza. Il desiderio più grande è ora quello di poter uscire al più presto da questo momento drammatico che tanto ha tolto alla dignità delle persone, ai rapporti umani e sociali”.
Momento di riflessione importante anche per il sindaco Paolo Truzzu: “Per il secondo anno consecutivo celebriamo Sant'Efisio in tempo di pandemia, in modo quasi intimo. Il nostro modo di vivere è cambiato. Siamo sempre più connessi, eppure sempre più distanti. E dispiace che non possiamo celebrare la solita grande festa di popolo. Il primo maggio però non è solo Sant'Efisio, è anche la festa dei lavoratori, un momento per celebrare il riposo. Non è facile oggi parlare di festa, perché tanti in quest'anno drammatico, il lavoro lo hanno perso, o più semplicemente non hanno potuto fare. Voglio stringermi pertanto, a chi ha perso il lavoro, a chi combatte con enorme difficoltà, a chi cerca in tutti i modi di stare a galla, di far passare il momento, di riprendersi e di guardare con fiducia al futuro. Ho ascoltato molto delle vostre delle vostre storie e dietro ognuna di queste storie c'è sofferenza, ci sono famiglie e figli, solitudini e situazioni di ordinaria difficoltà. Ad ognuno di voi voglio dire che noi ci siamo, anche solo talvolta per ascoltarvi, per offrirvi conforto, perché magari di più non ci è possibile fare. Davanti ad una situazione così complicata e difficili siamo chiamati a scelte coraggiose: dobbiamo riprendere a vivere. Non possiamo pensare che il futuro del nostro Paese sia quello di un'Italia a colori nelle parole ma grigia nei fatti. Chiusi in casa e immobili rischiamo di morire per altri motivi e noi abbiamo il dovere civile e morale di evitarlo. Credo sia arrivato il momento del coraggio. Oggi dobbiamo sconfiggere la paura. Quella di oggi non è vita, lavoriamo senza incontrarci, non ci guardiamo più negli occhi, non possiamo tendere la mano al nostro collega per aiutarlo, o più semplicemente per essere aiutati. Ogni giorno, senza rendercene conto, abbiamo perso un pezzo della nostra libertà, perché impedire alle persone di lavorare per un tempo così lungo significa privarle di essere libere, di essere se stesse. Oggi primo maggio il mio appello è un appello alla vita, alla gioia di vivere, al lavoro, alla libertà, alla necessità ormai improcrastinabile di riaprire e ripartire. Qualcuno dirà che non c'è alternativa, come se fosse un'alternativa vivere da morti per non rischiare di morire da vivi. Ragioniamo allora. Elaboriamo altre strategie. Capiamo che il rischio è insito in qualsiasi lavoro, che se vogliamo realmente celebrare e festeggiare il lavoro correre ogni giorno dei rischi. Del resto ciò che muove ognuno di noi, ciò che rende le nostre vite degne di essere vissute è la voglia, la passione, il desiderio. Ogni volta che abbiamo desiderato qualcosa, che ci siamo impegnati per ottenerla, abbiamo inevitabilmente rinunciato a qualcos'altro e abbiamo inevitabilmente corso dei rischi. È questo che rende le nostre vite, le vite di ognuno di noi, interessanti. Usciamo pertanto dalla paura, mettiamo da parte la tristezza, leggiamo il presente, il caos, le sfide e le difficoltà, e affrontiamole. Abbiamo il talento e il coraggio per farlo, per tornare tutti alla nostra vita, per poter augurare a tutti buon primo maggio, vera Festa del Lavoro e dei lavoratori”.
Dopo la Santa Messa e la consacrazione per la funzione che l’aspetta, Tocco non seguirà l'elegante cocchio in tutto il pellegrinaggio dello scioglimento del voto, ma un furgoncino scoperto. Come l'anno scorso il simulacro del Santo sarà infatti trasportato a Nora a bordo di un mezzo del Comando Militare della Sardegna. Non è prevista la presenza di pubblico lungo il tragitto e neppure soste intermedie.
“Invito tutti a essere responsabili e a rispettare le regole, evitando di assieparsi a bordo strada e limitandosi a seguire la cerimonia sulle emittenti locali”, ha scritto il sindaco Truzzu sul suo profilo facebook sin già dalla giornata di ieri, anticipando anche l'ordinanza di chiusura della zona compresa tra la chiesetta di Stampace, il largo Carlo Felice e via Roma, dalle prime ore del mattino.
Di fronte al Palazzo Civico di via Roma sarà effettuata una simbolica “ramadura” prima del passaggio del simulacro.
La figura dell'Alter Nos è sublime. Una volta era il rappresentante del monarca di Spagna, il viceré, l'"Altro noi", per una funzione tanto semplice quanto importante: quella di impersonare popolo e istituzioni insieme, in una rappresentazione dagli alti valori popolari e simbolici. Oggi l'Alter Nos è un rappresentante del Comune di Cagliari, designato dal sindaco.
Era il 1652 quando nella Cagliari fu colpita dalla peste. La Municipalità decise allora di invocare Sant’Efisio, che nel 303 d.C. venne decapitato a un passo da Cagliari, sulla spiaggia di Nora, per non aver rinnegato la sua fede: il racconto del suo martirio tramanda che in punto di morte il Martire Guerriero chiedesse protezione per la città. Quattro anni dopo la promessa, Cagliari fu liberata dall'epidemia e ogni anno da quell'11 luglio di 365 anni onora la sua promessa ogni primavera con devozione e gratitudine.
La Festa proseguirà a Nora dove si terrà la tradizionale Santa Messa sempre in forma ristretta.
Al termine dei riti religiosi, il simulacro di Sant'Efisio verrà ritrasferito a Cagliari, nella chiesa del Santo a Stampac, dove verrà pronunciata la formula di scioglimento del voto.
Aggiornamento
01/05/2021, 10:41