Il Ghetto sorge sui bastioni di Santa Croce, tra la via Santa Croce e il Cammino Nuovo, nel settore occidentale delle fortificazioni di Castello.

Il nome si affermò solo nel secolo scorso quando le strutture, persa l'originaria funzione militare, divennero a loro modo un ghetto che offrì per lungo tempo rifugio alle famiglie più povere di Castello.

Nel corso del 16esimo secolo, con la comparsa delle armi da fuoco sui campi di battaglia, fu fortificato il sistema turrito pisano, non più rispondente alle nuove  esigenze belliche, con l'erezione di numerosi baluardi, tra cui quello di Santa Croce, funzionali ad ospitare il maggior numero possibile di cannoni.

Dal momento della sua prima edificazione, il bastione di Santa Croce subì numero rifacimenti sino ad assumere nella seconda meta del 16esimo secolo l'imponente conformazione pentagonale attuale.

L'uso militare si mantenne fino al 1700 quando, sotto la dominazione piemontese, la vecchia casamatta fu ampliata e riadattata all'uso di caserma, con la denominazione nel 1738 di Quartiere di Carlo Emanuele III.

Il baluardo rimase presidiato sino al 1867, quando, a causa dell'aumentata precisione e potenza distruttiva delle artiglierie nemiche, si dimostrò insufficiente a rispondere alle nuove esigenze di difesa. 

 Fu allora che iniziò il degrado del bastione che, trasformato per accogliere le modeste abitazioni di famiglie indigenti, assunse la denominazione di Quartieri becciu .

Nei primi anni 90, in linea con la politica regionale di tutela e valorizzazione dei centri storici, il Comune di Cagliari decise di intervenire per il recupero del complesso, dopo averne riconosciuto l'alto valore storico e architettonico.

L'intervento di ristrutturazione restituì nel 2000 il Ghetto alla cittadinanza nella nuova veste di centro culturale, destinato a ospitare mostre, spettacoli e convegni.

Aperto a tutti - Visite guidate su prenotazione